Il rugby, l’Irlanda e il successo: «Bene, e ora?». Quella volta che O’Driscoll aveva paura

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Nella mensolina in legno che correva sopra al camino, assieme alle foto in bianco e nero di alcuni parenti incorniciate con stile, ce n’era anche una a colori e senza alcun supporto, appoggiata con cura tra le altre, scattata di recente, fuori da un supermarket. Due nipoti della famiglia presso cui ero ospite a Dublino erano ritratti assieme ad un giovane Brian O’Driscoll, che avrà avuto sì e no 22-23 anni. Davanti a sé aveva ancora tutto da dimostrare, ma aveva già tra le mani la popolarità che ha accompagnato la sua carriera: già all’epoca spropositata, in poche stagioni sarebbe diventata estrema. In salotto era lì coi parenti, tra la nonna morta anni fa e il cugino andato a cercar fortuna in America. E se all’inizio il posto su quella mensola O’Driscoll se l’era guadagnato per far spazio al sorriso entusiasta dei due bambini in foto con lui, col tempo il rugbista irlandese era diventato più di casa dei nipoti, tenuto lì, tra gli affetti di famiglia, come fosse un parente, da mostrare con orgoglio a chiunque venisse a prendere il tè in salotto. Continua a leggere “Il rugby, l’Irlanda e il successo: «Bene, e ora?». Quella volta che O’Driscoll aveva paura”