Manchester, basterà quotarsi in Borsa a chi accumula debiti dal 2005?

Se vi è capitato di vedere qualche partita del Manchester United negli ultimi anni avrete certamente notato una singolare presenza di sciarpe verde-oro, decisamente poco in tono con il rosso fiammante delle jersey dei Red Devils. Quei colori – che richiamano le maglie del Newton Heath, club dal quale nacque lo United a fine Ottocento – negli ultimi sette anni sono diventati l’espressione della protesta mancunians al proprietario statunitense della società, Malcolm Glazer. “Love United, Hate Glazer”. Lo slogan parla chiaro: da quelle parti a tanti non è mai andato giù l’acquisto che l’uomo d’affari americano fece nel 2005 della società inglese. Il motivo? La conduzione tutt’altro che virtuosa delle trattative di 7 anni fa, quando Glazer soddisfò i 525 milioni di acquisizione del club chiedendo solo prestiti alle banche (per altro a tassi decisamente sostenuti), e riversando poi parte del debito creatosi nelle casse del club. Insomma, la famiglia statunitense (già proprietaria della franchigia di football americano dei Tampa Bay Bucaneers) si è messa a capo del Manchester senza sborsare un centesimo di tasca sua, ma accumulando solo un passivo inserito poi nei bilanci della squadra. In questi anni quella voce di protesta non si è mai zittita e qualche tifoso si è pure staccato dal club storico, fondando lo United of Manchester, squadra nata nel 2005 e sostenuta dall’iniziativa di alcuni tifosi anti-Glazer. Continua a leggere “Manchester, basterà quotarsi in Borsa a chi accumula debiti dal 2005?”